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Visualizzazione dei post da agosto, 2025

Il mondo è più grande di quello che immagino

Ieri sera, su Threads, sono rimasta sorpresa da una cosa che ho letto: una persona cinese (almeno, scrive sempre in cinese) ha affermato che già dal primo anno di scuola elementare aveva iniziato a leggere la Divina Commedia di Dante in lingua originale. E non solo: anche Guerra e pace, Cent’anni di solitudine… tutti in lingua originale. Mi sembra incredibile. Non è una questione di talento, ma di comprensione. Queste opere non sono facili nemmeno per molti adulti: prendiamo la Divina Commedia in lingua originale, è difficile perfino per tanti italiani, perché richiede molta esperienza di vita, conoscenza della politica fiorentina al tempo di Dante e anche del dialetto toscano... Ma una/o bambina/o di 6-7 anni e, per di più, non madrelingua? Incredibile.  E quando qualcuno le ha chiesto come facesse a leggere questi libri difficili in lingua originale, ha risposto che da piccola già sapeva usare il dizionario inglese e che, così, ha imparato anche a leggere il russo da sola. Alcuni...

Ricordi digitali

Ieri ho comprato un tablet Samsung e, mentre preparavo e trasferivo le app dal telefono al tablet e facevo alcune impostazioni, ho scoperto che la mia edizione gratuita di Evernote non funziona più: non si può nemmeno aprire se non si paga. Da più di dieci anni ci avevo messo dentro un sacco dei miei ricordi: diari, messaggi, persino alcune foto e le parole di un amico che volevo ricordare per sempre. Ma dopo aver cambiato telefono un anno fa, non ho più aperto Evernote… Ora uso Samsung Notes, e per questo non mi ero accorta che Evernote era diventata un’app a pagamento: altrimenti le tue note non sono più tue. Adesso sembra che una parte (dal 2013 al 2021) dei miei ricordi, esperienze, memorie, affetti… non sia mai esistita. È una cosa a cui penso spesso: quando tutto diventa digitale e tutto è online, basta un click per cancellare e boom, sparisce tutto… amicizia, amore, dati, memoria… Senza i ricordi a provare l’esistenza di certe cose, nessuno ti crede di averle mai possedute o vis...

Ho deciso di comprarmi un tablet

Ho deciso di comprarmi un tablet Samsung, per usarlo per fare esercizi e leggere le cose che ho discusso con l’AI. Il tablet ha uno schermo più grande rispetto allo smartphone, quindi è più facile da leggere e non devo più stare sempre a guardare il telefono. Un’altra cosa: con il tablet, in ufficio posso ascoltare i podcast con il mio gadget senza essere interrotta dal lavoro sul computer dell’ufficio. Ho scelto Samsung perché anche il mio telefono è Samsung, così tutto è più semplice. È un po’ pesante, ma non troppo, direi. Spero che, con l’aiuto del tablet, riuscirò a leggere e scrivere di più in italiano… anche se non so quando potrò tornare in Italia. Però penso spesso che, se uno si prepara bene, quando arriverà l’occasione la coglierà senza esitazioni e senza pentirsi. E anche se adesso da noi c’è una minaccia di guerra, chissà… forse vale la pena esplorare ogni possibilità. (Le parole che ho sottolineato significano che ho sbagliato e sono state corrette dall'AI.)

Quando non sei nei panni degli altri, non ti fa male la schiena

A dire il vero, Taiwan è un paese inconsapevole delle varie forme di infiltrazione dei suoi nemici, specialmente a livello linguistico. Per decenni, il popolo taiwanese è stato sotto l'autorità del Kuomintang, il Partito Nazionalista Cinese, che si ritirò a Taiwan nel 1949 dopo essere stato sconfitto. Le lingue locali sono state represse a tal punto che, nonostante gli oltre trent'anni di democratizzazione e quasi un decennio di governo di partiti politici taiwanesi, oggi il numero di giovani che sanno parlare la propria lingua madre è molto ridotto. Alcuni non sanno nemmeno di averne una. Anche le generazioni più anziane (quelle nate tra gli anni '50 che hanno frequentato la scuola dell'obbligo fin dalla sua istituzione) si sono abituate a non usare la propria lingua madre sin dall'infanzia. La scena più assurda e comune è vedere giovani presentatori dei programmi della televisione pubblica che intervistano persone anziane nella loro lingua, ma queste ultime rispon...

From tourist to critic

I read something on social media today about why tourists love Italy so much.  To answer this question, I’d say that Italy, at first sight, is fascinating. That’s why tourists — including me — keep going back. But if you get to know Italy more deeply, you start to see it with more clarity. Your perspective might even shift.  For example, I first went there in 1995, when I was working at the children’s book fair in Bologna. I had the chance to travel from the north to the south, but all in a short and somewhat rushed period. When I got back home, I started learning the language and returned in 1997 — and in many of the years that followed. I even stayed in Rome and Milan for longer stretches to attend language schools and study the language and other things that interested me. Over the years, I also made some friends. As I got to know the country better, I couldn’t help but criticize it — just as I do with my own. I remember the last time I did that (though it wasn’t really har...

Filo o Pro? È lo stesso.

In questi giorni si discute molto di una cosa: dopo il fallimento del voto di revoca di sabato scorso, quasi tutti i media stranieri descrivono Taiwan come un paese in cui, nonostante la minaccia quotidiana proveniente dalla Cina, la maggioranza del popolo ha scelto di conservare i legislatori pro-Cina. E quindi – concludono – i taiwanesi sono filo-cinesi. Questa interpretazione, però, ha fatto arrabbiare molti. In tanti dicono: “Abbiamo votato No, ma questo non significa che siamo filo-cinesi.” Beh, forse non importa nemmeno se sei filo-Cina o anti-Cina. Alla fine, il mondo ci vede per come ci mostriamo, e dopo il voto, è difficile negare che l’impressione lasciata sia quella: filo-cinesi. Un insegnante di inglese ha detto una cosa interessante: “Anche se nei reportage stranieri sembra che tutti ci descrivano come filo-cinesi, bisogna vedere bene le parole che usano. C’è una differenza: China friendly, cioè filo-Cina vuol dire ‘amichevole verso la Cina’, mentre pro-China, pro-Cina, è...